Consistenza
Il fondo può essere suddiviso in tre parti di natura e consistenza alquanto diverse: una nutrita e composita raccolta epistolare, un quaderno manoscritto e una più limitata sezione di materiale vario non riconducibile ai primi due gruppi. Per indicare ciascuna parte si adottano rispettivamente i termini «epistolario», «quaderno» e «materiale vario».
L’«epistolario» consta di 565 lettere manoscritte, 74 cartoline, 17 biglietti e 2 telegrammi, di dimensioni molto diverse tra loro.
Il «quaderno» è costituito da 100 carte quadrettate, di cui solo 27 manoscritte recto e verso. Misura complessivamente 190x130x14mm. È rilegato in tela marrone e piatto cartonato.
Il restante materiale di varia natura si compone di 4 testamenti, 3 fotografie d’epoca e 8 tra documenti ufficiali e annotazioni ufficiose.
Note sulla data
Gli estremi cronologici sono desumibili dalle date manoscritte sulle carte. I documenti del Fondo sono collocabili tra il 1840 circa e il 12 dicembre 1977. La parte più rilevante del corpus va dal 30 giugno 1859 al 23 febbraio 1913 (anno della morte di Erminia Besta che si era fatta carico del compito di raccogliere le carte familiari). L’ultima sottoserie dell’epistolario comprende lettere successive alla morte di Erminia Besta, raccolte da altri soggetti, che estendono l’arco cronologico fino al 12 dicembre 1977.
Il quaderno di Teresa Besta Bonadei è stato steso tra il 1883 (afferma in incipit di avere 73 anni) e il 1887 (data di morte della nobildonna).
Nel materiale vario si ritrova una fotografia dei coniugi Besta, databile attorno al 1840, e una riproduzione fotostatica del testamento di Fabio Besta, steso verosimilmente tra il 1917 e il 1922 (rispettivamente anno del trasferimento a Pisa e anno di morte).
Breve descrizione
Il Fondo Besta Bonadei costituisce un’importante e prismatica testimonianza della vita quotidiana di una delle più illustri famiglie aristocratiche valtellinesi. La sua rilevanza è da ricondurre anche alla molteplicità dei soggetti produttori, che, andando oltre una semplice personalità o generazione della famiglia, conferisce una struttura polifonica all'archivio. Non solo, anche la diversità di mezzi veicola prospettive diverse e arricchisce l’archivio: all'istanza comunicativa densa di immediatezza e contingenza delle lettere, si integra un testo dal carattere complessivo e definitivo come l’autobiografia e testamento spirituale di Teresa Besta Bonadei contenuto nel quaderno.
Contenuto
I documenti coprono principalmente un arco temporale comprendente le ultime due guerre d’indipendenza e il primo cinquantennio del Regno d’Italia. I componenti della famiglia, durante i momenti di lontananza si scambiano lettere che toccano tematiche molto eterogenee, ma che sono principalmente della quotidianità più concreta, incarnata dalle proprie condizioni di salute e dalle questioni economiche. Sono molte le notizie che trascendono l’ambito strettamente familiare e accennano ad avvenimenti storici. In particolare nelle lettere tra Carlo, Francesco e i genitori, risalenti al periodo 1859-1866, sono riportati gli eventi risorgimentali vissuti dai vari fratelli che prestano servizio militare. Anche dopo le vicende belliche, restano frequenti le notazioni sulla vita militare dei due. Nel quaderno di memorie di Teresa Besta Bonadei si fa riferimento anche a fatti storici di gran lunga precedenti, che coinvolgono in qualche misura la nobildonna, come le decisioni in materia scolastica da parte dell’impero austroungarico, la costruzione degli argini del torrente Mallero passante per il centro di Sondrio (successivi all’alluvione del 1834, di cui tuttavia non vi è notizia), il passaggio a Sondrio nel 1838 dell’imperatore Ferdinando che dallo Stelvio si dirigeva a Milano per farsi incoronare Re d’Italia.
Si trovano inoltre accenni ai trasporti, all’economia, alla medicina dell’epoca, utili per una maggiore comprensione della società valtellinese della seconda metà dell’Ottocento. Data la professione di insegnanti di alcuni dei Besta, si ritrovano non poche informazioni sulla scuola e sui libri; nel caso delle lettere di Fabio, vi sono anche fugaci accenni ad alcune opere alla cui stesura attende (il Corso di ragioneria e la Guida CAI della Valtellina).
Ampio spazio è dedicato anche alle curiosità e alle notizie locali; soprattutto nella serie di lettere di Erminia è riscontrabile una consistente messe di informazioni riferibili a Bormio e al bormiense, in virtù del suo trasferimento in Alta Valtellina dalla famiglia del marito Cesare Romedi.