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Inventari documentazione archivistica

Fondi

La documentazione d’archivio conservata presso la Biblioteca "Luigi Credaro" è frutto di acquisizioni che, nel corso degli anni, la Banca Popolare di Sondrio ha effettuato con l'intento tramandare e arricchire la memoria collettiva grazie alla valorizzazione delle collezioni documentarie prodotte da figure significative - per lo più locali - del mondo della cultura, delle professioni e delle arti, che hanno lasciato nelle loro carte traccia del proprio lavoro e dei propri interessi.

Questi archivi - noti in ambito scientifico come "archivi d'autore" o "archivi culturali" - sono spesso in stretta relazione con raccolte librare e sono costituiti da una ricca varietà di documenti, anche eterogenei, come carteggi familiari, professionali e scientifici, appunti e annotazioni manoscritte e dattiloscritte, fotocopie e trascrizioni, testi preparatori e bozze di articoli o saggi, ritagli di giornale, cartoline, fotografie, diari, agende e taccuini, biglietti da visita, inviti e programmi di convegni, brochures di mostre e eventi, dispense e depliant.

Organizzata secondo quanto previsto dagli standard internazionali, la descrizione degli archivi illustra i fondi a partire da un livello generale per spingersi in molti casi a fornire  informazioni relative al singolo documento.

 
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Il Fondo Vilfredo Pareto si compone di una preponderante parte documentaria e di una libraria. La prima, acquisita dalla Banca Popolare di Sondrio nel ’96 a un’asta Christie’s, forma il nucleo iniziale del Fondo e comprende oltre 9000 carte autografe di Vilfredo Pareto, riprodotte dallo stesso tramite il procedimento meccanico-chimico dei copialettere e conservate in 20 registri originali. Nell’insieme costituisce la più consistente raccolta epistolare paretiana esistente al mondo e rappresenta una fonte di straordinaria importanza per gli studi su Pareto, per la storia dell'analisi economica e sociologica, la storia d'Italia e d'Europa, la conoscenza di uomini, avvenimenti, fenomeni sociali e politici che hanno caratterizzato la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. La documentazione copre un arco temporale che va dal 1874 al 1923, con una importante lacuna dal 1890 al 1899.

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La figura di Battista Leoni ha rappresentato per decenni un punto di riferimento imprescindibile per quanti, studenti e ricercatori, si occupano di storia e cultura della provincia di Sondrio. Il suo archivio culturale costituisce, per l’interesse di buona parte dei suoi contenuti e per il rilievo storico di alcuni suoi pezzi, una fonte preziosa e unica per lo studio del passato delle valli dell’Adda e della Mera. Con la sua acquisizione la Banca Popolare di Sondrio ha inteso sottrarre alla possibile dispersione i volumi e le carte di uno tra i più autorevoli e stimati studiosi di cultura locale del recente passato.

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Il Fondo Credaro - costituito nel 2010 in seguito alla donazione degli eredi di Luigi Credaro alla Banca Popolare di Sondrio - si compone di una parte libraria e di una archivistica. Conserva documentazione appartenuta alla famiglia Credaro e in particolare a Luigi Credaro (1860-1939), il pedagogista, deputato e ministro a cui è intitolata la biblioteca.
L’archivio nel suo insieme è rappresentativo, oltre che dell’attività e delle opere di Luigi Credaro, anche della situazione storica, politica e sociale italiana e valtellinese del Novecento. Per tale motivo è stato dichiarato di notevole interesse dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.

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Il Fondo Besta Bonadei, donato alla Banca Popolare di Sondrio dalla professoressa Paola Lavizzari Pedrazzini, è composto da lettere, documenti e un diario; costituisce un’importante e prismatica testimonianza della vita quotidiana della famiglia Besta, una delle più illustri famiglie aristocratiche valtellinesi. I documenti coprono un arco temporale che va dal 1859 al 1913, comprendente le ultime due guerre d’indipendenza e il primo cinquantennio del Regno d’Italia.

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Il Fondo Lavizzari Parravicini è stato donato alla Banca Popolare di Sondrio dalla dottoressa Carlotta Lavizzari. Pur di limitata consistenza numerica, i documenti che vi si conservano rivestono una grande importanza in quanto capaci di rivelare gli interessi, la mentalità e il modo di vivere di una famiglia aristocratica valtellinese di fine Ottocento e inizio Novecento nel contesto della società e delle vicende storiche dell’epoca.