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Inventari documentazione archivistica
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Fondo Battista Leoni

Descrizione completa del Fondo

Il fondo librario e documentario Battista Leoni si compone di una ricca biblioteca e di un prezioso archivio.
La biblioteca è costituita da una significativa raccolta di monografie e da un consistente numero di opuscoli di miscellanea, per un totale di circa ottomila pezzi. Si articola in diverse sezioni, che suddividono ed ordinano la molteplicità e varietà delle pubblicazioni in essa contenute.
Il corpus caratterizzante il fondo librario è costituito da collane e volumi di interesse locale – in prevalenza di cultura letteraria, artistica e storica - che coprono una parte molto significativa della produzione editoriale valtellinese e valchiavennasca degli ultimi due secoli.
Anche la raccolta di miscellanea, costituita da poco meno di 4000 pezzi, è particolarmente ricca; si tratta, in prevalenza, di opuscoli, estratti, dattiloscritti e pieghevoli di varia natura e formato. Spiccano sicuramente per numero i contributi sull’arte – pittura e scultura in primis - e sulla storia locale, maggiormente presenti anche nella bibliografia dello studioso; a questi si aggiungono molte pubblicazioni di scienze sociali, fra cui economia agricola e montana, folklore, istruzione, attività giudiziaria e diritto. Completano la raccolta opere di geografia fisica e antropica, geologia, toponomastica, agricoltura, ambiente naturale, industria, e altre riguardanti, infine, le vie di comunicazione stradali e ferroviarie.
Il Fondo presenta altre due collezioni librarie ben distinte e coerenti, che completano e allargano la prospettiva degli studi e della cultura locale: la prima riunisce infatti pubblicazioni di storia e cultura lombarda, la seconda presenta opere sulla Svizzera, in particolare sulla storia del Canton Grigioni.
La biblioteca Leoni conta inoltre una consistente ed eterogenea raccolta di collane e monografie, costituita da classici della letteratura italiana ed europea, saggi storici, opere di contenuto filosofico e religioso e studi di interesse artistico, insieme organizzato per ambiti disciplinari, seguendo parzialmente lo schema di classificazione decimale Dewey.
Particolarmente preziosa è la collezione di libri antichi comprendente circa 250 titoli; più precisamente sono presenti 15 cinquecentine, 38 testi del Seicento, un centinaio di volumi di epoca settecentesca e 65 risalenti ai primi tre decenni dell’Ottocento. Sicuramente da segnalare sono gli scritti di storia locale, in gran parte pubblicati durante il ‘700 e l‘800: oltre a diverse pubblicazioni che documentano il periodo grigione in Valtellina, come le opere di Fortunat Sprecher von Bernegg, Ulysses von Salis Marschlins o Iosias Simler, si possono citare le edizioni settecentesche degli Statuti di Valtellina e Le memorie istoriche della Valtellina di Pietro Angelo Lavizzari, nonché il raro esemplare de “L’Appendice politica a tutte le gazzette e altri foglietti di novità o sia La Spezieria di Sondrio”. Consistente è anche il numero di pubblicazioni di interesse generale scritte da autori locali, quali l’abate Giambattista Noghera, il giurista Alberto De Simoni e lo storico Francesco Saverio Quadrio.
Completano il fondo librario le raccolte di periodici: quelle di ambito locale, pressoché complete, come il “Bollettino della Società Storica Valtellinese”, “Clavenna”, il “Notiziario della Banca Popolare di Sondrio” e la “Rassegna Economica della provincia di Sondrio”; quelle di area lombarda, quali l’ “Archivio Storico Lombardo”, il “Periodico della Società Storica Comense” e la “Rivista archeologica dell’antica provincia e Diocesi di Como”; quelle di carattere generale come, ad esempio, “FMR mensile d'arte e di cultura dell'immagine”, “Art e dossier”, “Il Ponte” o le “Vie d’Italia”.
Numerosi sono i ritagli da giornali editi in provincia di Sondrio.

L’archivio documentario, di interesse esclusivamente locale, qualifica e arricchisce il Fondo grazie alla presenza di circa 80 pergamene, tutte già regestate, un centinaio di documenti a stampa - bandi napoleonici e di epoca austriaca – risalenti alla prima metà dell’Ottocento, e numerosi documenti d’archivio, in originale o in fotocopia.
Il pregio e la peculiarità del Fondo Battista Leoni si devono anche alla presenza di una notevole quantità di carte autografe, in prevalenza appunti, note e trascrizioni.
Questa ricca documentazione, risultato di una sedimentazione creatasi nel tempo, è nata dalle ricerche archivistiche dello studioso e ha costituito lo strumento fondamentale usato da Leoni per la stesura dei suoi articoli e delle sue pubblicazioni.
Gli scritti, in origine non organizzati sistematicamente, ma raccolti con criteri individuali, privi in apparenza di un ordine coerente, sono stati classificati e suddivisi in oltre trecento fascicoli. Tale materiale rappresenta una fonte particolarmente preziosa e unica nel suo genere per gli studi locali, in particolare per l’arte, a cui si riferiscono diverse centinaia di manoscritti; fra questi spiccano gli studi sulle chiese e sui pittori. Si segnalano in quest’ambito oltre duemila schede autografe, straordinario repertorio che fornisce utili informazioni relative a ben 1868 artisti che operarono in Valtellina e Valchiavenna.
Completano il quadro gli appunti e le numerose trascrizioni di materiale archivistico presenti in una decina di rubriche e in circa cento quaderni manoscritti, fittamente annotati e ricchi di informazioni per lo studio della storia locale.
La corrispondenza è costituita essenzialmente da lettere e cartoline postali inviate a Leoni da colleghi e studiosi. Raccolte e ordinate cronologicamente in oltre cinquanta fascicoli, coprono un periodo che va dagli anni Cinquanta a pochi mesi prima della scomparsa dello studioso; gran parte di queste rivestono un certo interesse culturale e scientifico.

Leoni, Battista
Battista Leoni nasce a Civitella di Romagna il 28 dicembre 1916, figlio di Giulio e di Maria Gianatti, nativa di Montagna in Valtellina. I genitori si erano conosciuti in Svizzera, dove entrambi erano emigrati e da dove rientrarono in Romagna alla vigilia della Prima Guerra mondiale. Trascorre gli anni dell’infanzia nei luoghi d’origine prima di trasferirsi con la famiglia a Sondrio, dove compie gli studi e consegue il diploma magistrale.
Dopo la parentesi della guerra – svolge il servizio militare a Milano e dal settembre 1943 al luglio 1945 è profugo in Svizzera – rientra in Valtellina e inizia la sua attività di insegnante, a cui adempie per lunghi anni nel capoluogo, presso la scuola elementare di via Cesare Battisti. Dall’anno scolastico 1966-67 è nominato segretario dell’istituto , funzione che mantiene fino al collocamento a riposo nel 1968.
Parallelamente alla su attività professionale frequenta assiduamente la biblioteca civica e il museo di Sondrio, l’archivio di stato, gli archivi comunali e parrocchiali dei paesi limitrofi e acquisisce in tal modo un’approfondita e ampia conoscenza delle fonti bibliografiche e documentarie sulla cultura locale. Unite a una naturale propensione all’acribia, a una sempre corretta metodologia di indagine e supportate da una rara passione, tali conoscenze lo portano a esprimere una produzione saggistica di elevata qualità culturale, tanto da farne uno dei più importanti studiosi sondriesi del recente passato.
La vasta bibliografia di Leoni annovera oltre 300 scritti, apparsi sulle riviste scientifiche delle più accreditate istituzioni culturali locali, ma anche su periodici minori e di taglio divulgativo. Specificità degli argomenti trattati, puntualità, rigore e chiarezza – che si accompagnano alla necessaria conseguente brevità – ne costituiscono i pregi e i tratti salienti.
I suoi primi saggi, pubblicati su “Valtellina e Valchiavenna”, rivista edita dalla locale Camera di Commercio, risalgono all’inizio degli anni Cinquanta e trattano, in prospettiva storica, temi di geografia antropica, scienze sociali e attività umane ed economiche. L’interesse dello studioso si amplia successivamente alla storia più generale per approdare, un paio di decenni più tardi, all’ambito della storia dell’arte, di cui Leoni diviene specialista e punto di riferimento imprescindibile per quanti si occupano di tale disciplina.
Il 30 agosto 1964 è nominato consigliere della Società Storica Valtellinese, carica che manterrà per più di 35 anni; in seguito è membro delle commissioni di gestione del Museo Valtellinese di Storia e Arte, di cui è presidente dal 21 marzo 1983 alla fine del 1985 e ad interim dal febbraio all’aprile 1995, e della Biblioteca Civica “Pio Rajna” di Sondrio (ne è presidente onorario dall’aprile 1993 al febbraio 2000). Tra i riconoscimenti ricevuti da Battista Leoni per meriti culturali e morali si ricordano la “Ollare” di Telesondrio nel 1981 e la “Rosa camuna” assegnatagli nel 1984 dall’Assessorato al Turismo della Regione Lombardia.
Alla sua morte, avvenuta a Sondrio il 21 febbraio 2000, la Società Storica Valtellinese gli dedica alla memoria il volume Magister et magistri, raccolta di studi storico-artistici.
 
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