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Fondo Lavizzari Parravicini

Descrizione completa del Fondo

Il Fondo Lavizzari Parravicini è stato donato alla Banca Popolare di Sondrio dalla dottoressa Carlotta Lavizzari. Pur di limitata consistenza numerica, i documenti che vi si conservano rivestono una grande importanza in quanto capaci di rivelare gli interessi, la mentalità e il modo di vivere di una famiglia aristocratica valtellinese di fine Ottocento e inizio Novecento nel contesto della società e delle vicende storiche dell’epoca.
È principalmente costituito dalla corrispondenza tra il poeta morbegnese Guglielmo Felice Damiani e Teresina Lavizzari Parravicini, colta e raffinata padrona di casa attorno alla quale ruotava la vita della famiglia. Gli autografi del Poeta comprendono alcune lettere e soprattutto undici liriche inedite dedicate alla nobildonna; una di queste è scritta tra le pieghe di un ventaglio, in omaggio a una galanteria piuttosto in voga a quel tempo.
Da segnalare anche una cartella con partiture inedite (composizioni d’occasione dedicate alle giovani dame del casato da musicisti locali che frequentavano il salotto Lavizzari), un quaderno manoscritto di Teresa Lavizzari Parravicini,  diplomi e ritratti fotografici di famiglia.
Il fondo è completato da materiale a stampa, per lo più riviste di costume, tra cui numerose uscite della “Domenica del Corriere” e alcune annate del settimanale parigino “L’illustration”, noto per l’importanza dei suoi illustratori e per essere stato il primo periodico, bel 1891, a pubblicare una fotografia.

Lavizzari Parravicini, Teresina
Di famiglia nobile, nasce a Morbegno il 23 settembre 1854. Figlia unica, riceve un’istruzione di alto livello. La giovinezza di Teresa trascorre principalmente lontano dalla Valtellina, nelle sedi cui il padre, funzionario statale, è assegnato. Il 12 settembre 1883 sposa il notaio Torquato Lavizzari, con il quale si trasferisce a Sondrio (pur trascorrendo periodi anche a Morbegno e Teglio). Dal loro matrimonio nascono 10 figli, dal 1884 al 1897. Grazie alla sua buona istruzione e alla sua sensibilità culturale, nella propria casa dà vita a un vivace salotto, attorno a cui gravitano figure di musicisti, tra cui troviamo Enrico Bossi, e letterati, tra cui si distinguono i poeti Giovanni Bertacchi e Guglielmo Felice Damiani. Quest’ultimo, secondo una tradizione all’epoca ben consolidata, dedica numerose liriche alla nobildonna. Dopo la morte di Damiani, avvenuta a Napoli nel 1904, Teresa collabora con Bertacchi al riordino degli scritti del letterato prematuramente scomparso, tanto che la sua opera sarà ricordata nel secondo volume della Lira spezzata. Il marito Torquato Lavizzari muore improvvisamente l’11 agosto 1909; lo segue nel 1911 il primogenito Giovanni Battista. A questi drammi si somma la chiamata alle armi di tutti e quattro gli altri figli maschi durante la Prima Guerra mondiale. Rimasta vedova, Teresa dovrà farsi carico della gestione familiare, facendo ricorso alle competenze gestionali maturate e al carattere. Muore a Sondrio il 29 aprile 1929 per una polmonite.
Lavizzari Parravicini [famiglia]
La famiglia Lavizzari Parravicini è una famiglia aristocratica valtellinese, originatasi dal matrimonio tra il notaio Torquato Lavizzari di Sondrio e Teresa Parravicini di Morbegno, figlia di Giovan Battista Parravicini e Giuseppina Comitti. Giovan Battista Parravicini (1827-1878) è impiegato in varie sedi delle finanze del Regno fino al grado apicale di Intendente di Finanza di Sondrio e ricopre il ruolo di Segretario e Direttore dei conti della Società del Tiro a Segno Nazionale, per la quale organizza e prende parte a tornei, in cui si aggiudica diversi premi. Dal matrimonio della figlia con Torquato Lavizzari (1848-1909) nascono 10 figli: Giovan Battista (1884-1911), Linda (1885, morta il primo anno di vita), Giuseppe (1886-1955), Maria (1887-1983), Giulio (1888-1951), Linda (1890-1970), Carlotta (1891-1979), Severo (1894-1964), Gian Galeazzo (1895-1969) e Giuseppina (1897-1984). Tra i discendenti di Giuseppe è da annoverare la nipote Carlotta Lavizzari, donatrice del presente Fondo alla Biblioteca “Luigi Credaro” della BPS.
 
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