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Nacque a Sondrio nel 1831. Semplice agricoltore, possedeva e coltivava vigne e alberi da frutto, ma soprattutto era dotato di singolari competenze come innestatore. Per questo selezionava e lavorava anche piante selvatiche, necessarie per le basi dei suoi innesti. Dal censimento del 1871 si apprende che “sapeva leggere e scrivere” e poté quindi annotare in forma di diario, per un certo numero di anni, le operazioni di innesto che svolgeva, in un primo tempo sulle viti e successivamente anche su meli, peri e peschi. In Valtellina e nell’Alto Lario, zone dove svolgeva i suoi lavori, realizzò quasi 27000 innesti in meno di 10 anni. Ebbe una notevole cultura botanica empirica, una vivissima curiosità per il nuovo e una illimitata attenzione per la natura e le sue manifestazioni. Nel 1871 partecipò alla “Esposizione artistica industriale ed agricola” indetta dall’Accademia Raffaello a Urbino, dove conseguì il brevetto di premio e la medaglia “per l’amore che porta all’industria” come recita il comunicato ufficiale di trasmissione del riconoscimento. Nel settembre 1884 - su iniziativa e con il sostegno di funzionari provinciali e alcuni maggiorenti locali - fu a Torino a un’esposizione di prodotti agricoli, per la quale inviò materiale dimostrativo di innesti di viti di venti qualità di uva e di alcune pesche. Nel 1878 fu nominato dal Prefetto di Sondrio membro della Commissione ampelografica provinciale per il controllo delle viti americane esistenti tra le coltivazioni e l’individuazione tra di esse di quelle resistenti alla fillossera che all’epoca affliggeva la viticoltura valtellinese. Appartenne alla Compagnia dell’Ordine dei Francescani, di cui fu membro zelante e devoto. Morì a soli 57 anni, il 15 maggio 1888.