Ingegnere originario di Venezia, fu consigliere della Camera di Commercio e del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Firenze (1876-1878) e professore di geometria descrittiva in un Istituto tecnico della stessa città.
Fu autore di diversi opuscoli, sull’insegnamento professionale, sulla storia della termodinamica e sull’equivalente meccanico del calore, sui problemi dell’industria e del commercio. Fece parte della Commissione per la compilazione del Dizionario Tecnico, nonché della Deputazione Promotrice della Facciata del Duomo di Firenze (cfr. C. Cresti, L. Zangheri, Architetti e ingegneri nella Toscana dell'Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 235)..
Compagno di studi di Pareto a Torino, lavorò con lui presso la Società Strade Ferrate Romane (vedi) e con lui rimase sempre in ottime relazioni di amicizia fino al momento delle dimissioni di Pareto dalla direzione della Società delle Ferriere. Alcune polemiche fra i due - come quella a proposito dell'assunzione dell'ingegner Ridolfo Ridolfi (vedi) come direttore di San Giovanni - furono superate, ma non fu così quando il Vimercati, consigliere di Amministrazione della società dal 1889 al 1895, "criticò duramente la politica aziendale di Pareto, della qual cosa Pareto ebbe molto a soffrire, a tal punto che quindici anni più tardi ne parlerà ancora con amarezza (vedi lettera a Linaker del 30 aprile 1907) 'Il Vimercati si è portato meco come un maiale, e da quei mammiferi preferisco stare lontano' " (G. Busino).