Allievo dell'École Polytechnique e ingegnere dal 1870 al 1892, si dedicò in seguito agli studi storici, economici e politici. Mosse da posizioni liberali e socialdemocratiche per passare progressivamente al sindacalismo rivoluzionario, di cui fu il più rigoroso e completo ideologo. Aspramente critico nei confronti del socialismo riformista e delle istituzioni "democratiche" (che considerava prodotto nefasto dell'ideologia borghese), propugnò il passaggio dalla politica parlamentare all'azione dura contro lo Stato, attraverso l'idea-mito dello "sciopero generale politico".
Collaborò con l'estrema destra francese, fu pacifista nel 1914 e appoggiò ideologicamente sia la Rivoluzione bolscevica, sia la costituzione dei Fasci Italiani, per i quali fu ispiratore della "morale dei produttori" e "del buon lavoro".
Nonostante le divergenze ideologiche e intellettuali che li separavano, Sorel e Pareto furono sempre in ottimi rapporti, come attesta il loro ricco scambio epistolare e il profilo dell'amico che Pareto tracciò nel necrologio Georges Sorel, in "La Ronda" (set-ott 1922), p. 541-548, ora in V. Pareto, OC, t. 22, 1980, p. 1133-1137.