È uno dei due centri siderurgici di Piombino, sorto in una zona particolarmente favorevole a questo tipo di attività per la vicinanza ai minerali dell'Elba, ai giacimenti del Massetano e del Grossetano e per la facilità di comunicazioni dovuta alla sua posizione sul mare.
Si costituì formalmente nel 1876, quando il Credito Mobiliare (vedi) - che già l'anno precedente aveva preso in affitto lo stabilimento della Società Metallurgica Perseveranza - fondò la S.A. Stabilimento Metallurgico di Piombino, con un capitale di 1.500.000 lire, suddiviso in 3.000 azioni, di cui 1.900 (pari al 63,33%) di proprietà dell'istituto bancario stesso. Noto anche come Ferriera di Piombino, dava lavoro a ergastolani e condannati ai lavori forzati. L'impianto era dotato di un forno per acciaio che sfruttava il processo Martin a recuperatori Siemens, progettato e installato da Guido Dainelli (vedi).
Nel 1898, nell'ambito delle operazioni di liquidazione del Credito Mobiliare, lo stabilimento venne ceduto in affitto dall'istituto bancario alla Società delle Ferriere Italiane, che ne rilevò subito anche una quota di capitale, completamente ritirato l'anno successivo. La ferriera fu definitivamente chiusa nel 1911.
Cfr. A. Nesti, La siderurgia a Piombino. Impianti, politiche industriali e territorio dall'Unità alla seconda guerra mondiale nel contesto della siderurgia italiana, Narni, Crace, 2012